Educare-foto-800x500

“Tu lo conosci Burri?” Progetto EduCare

Progetto finanziato dal Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri, svoltosi nei mesi scorsi in Fondazione Burri presso gli ex Seccatoi del Tabacco, con la presentazione dell’elaborato conclusivo è arrivato a termine. In questo progetto sono stati coivolti 18 studenti dai 16 ai 19 anni del Liceo Statale “Plinio il Giovane” e del Liceo Europeo “San Francesco di Sales”.

Il progetto, promosso da Fondazione Palazzo Albizzini – Collezione Burri stessa, si è svolto nell’arco di 6 mesi, da novembre 2021 a maggio 2022.

Gli studenti, guidati dal personale di Atlante Servizi Culturali, hanno conosciuto Alberto Burri e la sua arte, i personaggi legati alla figura del Maestro e dei suoi musei, visitato i luoghi al di fuori di Città di Castello che conservano sue importanti opere (Milano, Ravenna, Pistoia e Bologna), intervistato amici, collaboratori e studiosi.

I ragazzi hanno realizzato dei documentari, con la supervisione e la consulenza di Arti Binarie che ha messo a disposizione la propria professionalità e strumentazione.

In occasione della presentazione gli studenti hanno illustrato i vari passaggi che hanno portato alla realizzazione del documentario.

la luce del nero

“La luce del nero”

“La Luce del Nero” è il titolo della grande mostra che si è svolta a Città di Castello agli Ex Seccatoi del Tabacco, grazie al progetto finanziato dalla comunità europea Beam Up. Oltre alle opere di Burri sono state scelte anche quelle di artisti come Agnetti, Bassiri, Bendini, Castellani, Fontana, Hartung, Kounellis, Lo Savio, Morris, Nevelson, Nunzio, Parmiggiani, Schifano, Soulages e Tàpies.
La grande innovazione di questa grandiosa rassegna però è la parte accessibile a persone affette da disabilità visiva, il percorso sviluppato da noi grazie al finanziamento di “Europa Creativa 2020” tramite il progetto “Beam Up” (Blind Engagement In Accessible Museum Projects 2020-2023), uno dei 93 progetti cofinanziati tra i 380 presentati nei 34 Paesi europei aderenti.

Al progetto, oltre ad Atlante servizi culturali hanno partecipato come partner Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano, The Glucksman Gallery di Cork (Irlanda) e MSU Muzej Suvremene Umjetnosti di Zagabria.

La mostra ha proposto un’esperienza percettiva del Nero al vasto pubblico sia dei vedenti che dei non-vedenti, fornendo in taluni casi modelli delle opere esposte pressoché mimetici o quantomeno aderenti al modus operandi degli artisti.

Per questa mostra ci siamo occupati dell’ideazione di ogni apparato e della realizzazione degli stessi, oltre che all’allestimento e alla mediazione culturale.

Locandina Gherardi JPEG 2-2

“Sempre la cappa a rovescio” Convegno internazionale di studi su Cristofano Gherardi

Convegno volto a restituire a Cristofano Gherardi, artista che operò tra la fine degli anni trenta e i primi anni cinquanta del Cinquecento, il posto che merita nella storia dei linguaggi figurativi con un convegno internazionale di studi che coinvolgerà la natìa Sansepolcro, Città di Castello, il Castello Bufalini di San Giustino giovedì 5 maggio, venerdì 6, sabato 7.

Nelle tre giornate di studio si avvicenderanno e confronteranno i maggiori esperti dell’artista nonché giovani studiosi che tratteranno temi che vanno dall’eredità di Raffaello all’articolazione della bottega del Vasari, dal contesto storico-artistico altotiberino della prima metà del Cinquecento all’esegesi delle fonti.

Allo stato attuale delle ricerche sembra che il punto cardinale per la ricostruzione della specifica fisionomia stilistica del pittore sia rappresentato dai cicli che ornano ben sette ambienti del Castello Bufalini di San Giustino. Si tratta di affreschi che saranno restaurati entro la fine di quest’anno e restituiti alla pubblica fruizione.

All’ importante iniziativa, promossa dalla Direzione regionale musei dell’Umbria (direttore Marco Pierini, direttore scientifico Veruska Picchiarelli), hanno aderito i Comuni di Città di Castello, San Giustino e Sansepolcro, co-organizzatori del Convegno nonché la Regione Umbria e la Regione Toscana, che hanno concesso all’iniziativa il loro patrocinio, con il supporto di Atenei universitari (Camerino, Chicago, Firenze, Genova, Ginevra, Perugia, Pisa, Roma Tre, Siena-UniStra, Venezia-Ca’ Foscari, Temple University Rome), Soprintendenze, musei (Galleria Nazionale dell’Umbria, Musei Vaticani, Museo Civico di Sansepolcro, Museo del Duomo di Città di Castello, Pinacoteca Civica di Palazzo Vitelli alla Cannoniera di Città di Castello), Diocesi (Città di Castello, Sansepolcro).

Il convegno inizierà il 5 maggio 2022, alle 14,30, al Museo civico di Sansepolcro per spostarsi il 6 maggio 2022, alle 9.30, a Città di Castello, Palazzo Vitelli, Sant’Egidio, Sala dei fasti, e concludersi il 7 maggio 2022, sempre alle 9.30, al Castello Bufalini di San Giustino.

Per questo evento ci siamo occupati della gestione della segreteria e di alcune parti della logistica.

Federico-Gori.-LEta-dellOro.-La-muta.-Exhibition-view-at-MarTa-Taranto-2022-_16

“L’età dell’oro” Federico Gori

E’ stata inaugurata venerdì 8 aprile alle ore 10.30, all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Taranto – MArTA, la mostra “L’età dell’oro (la muta)” dell’artista Federico Gori, a cura dì Eva Degl’Innocenti e Lorenzo Madaro.
“L’età dell’oro (la muta)” è il risultato del progetto del MArTA vincitore del bando PAC (Piano per l’Arte Contemporanea) del Ministero della Cultura.
Archeologia e arte contemporanea che nel Museo tarantino colloquiano sempre con nuovi stimoli e linguaggi ispirati alla storia.
La collezione di archeologia della Magna Grecia, in particolare gli Ori di Taranto, è la radice e la fonte di ispirazione del progetto artistico di Federico Gori che darà inizio ad un altro nuovo dialogo tra il patrimonio archeologico del Museo e la contemporaneità.
“L’Età dell’Oro (la muta)” è anche l’opera site-specific che dà il titolo alla mostra personale dell’artista Federico Gori nel museo tarantino. È un pensiero, una speranza, un rituale. All’interno di una vetrina, su più livelli di vetro trasparente, saranno racchiuse 28 esuvie di diversi serpenti: l’opera « L’età dell’oro ».
Le pelli ricoperte in oro, argento, bronzo, rame e ferro sono, in parte, la traduzione materiale dei testi descrittivi de “Le Opere e i giorni” del poeta greco Esiodo. Così dopo il trauma subito in tutto il mondo a causa dell’emergenza pandemica, l’opera di Federico Gori invita a riflettere sulla necessità di credere alla possibilità di stabilire un’armonia generale, una rinascita, finché, come auspicato da Virgilio, “tornerà l’età dell’oro”.
La nostra collaborazione per questa mostra non si è limitata all’allestimento, ma abbiamo preso parte anche alla stesura dei documenti relativi al Bando PAC.

IMG-6105

Attività didattiche per Fondazione Ferrero

In occasione della mostra ‘La poesia della materia’, a cura di Bruno Corà, che da sabato 9 ottobre 2021 espone 45 opere di Alberto Burri, ci siamo occupati della progettazione delle attività didattiche e del libretto famiglia.
Dai primi ‘Catrami’ degli anni Quaranta sino alle ultime opere, prima della morte di Burri avvenuta nel 1995, passando per i cicli delle ‘muffe’, dei ‘sacchi’, ‘delle combustioni’, dei ‘legni’, dei ‘ferri’, delle ‘plastiche’, dei ‘cretti” e dei ‘cellotex.
“Non si tratta solo di un ennesimo generico invito a considerare l’importanza decisiva della materia nella poetica di Burri, ma dell’idea di portare i visitatori a ripercorrere il rapporto tra tra l’opera di Alberto Burri e la parola in versi, la grande poesia del ‘900 e non solo”, spiega il curatore Corà, che cita Giuseppe Ungaretti: “Amo Burri perché non è solo il pittore maggiore d’oggi ma è anche la principale causa d’invidia per me: è d’oggi il primo poeta”.
La mostra ha al centro la materia, intesa come fonte di sperimentazioni in totale libertà di approccio al fare pittorico, generatrice di processi creativi in continua evoluzione. L’opera dell’artista è osservata come un laboratorio di sperimentazione che ha anticipato molte delle questioni che hanno interessato le correnti artistiche degli anni Sessanta del Novecento, come il Nouveau Réalisme, l’Arte povera, l’Arte neuminimale o il Fluxus.
Correda la mostra, nel centro di Alba, ‘Il Cretto di Gibellina’, la grande opera di land art, pensata nel 1985 per ricordare il terremoto del Belice.

https://www.fondazioneferrero.it/burri-a-casa-tua

IMG-5132(1)

Giacomelli/Burri. Fotografia e immaginario materico

La mostra accosta due grandi artisti del ‘900 italiano, attivi nelle arti visive, ma in settori diversi.

Non solo un affiancamento di singole opere del fotografo senigalliese a quelle del pittore umbro, ma un vero e proprio confronto e studio che parte dallo stesso rapporto tra i due artisti. Le vite di Mario Giacomelli e Alberto Burri si sono intrecciate negli anni più volte, a partire da un incontro del 1966, grazie al pittore e intellettuale Nemo Sarteanesi: da una reciproca stima e ammirazione, il loro rapporto è confluito in una ricerca comune, in un dialogo tra le loro opere di pittura e fotografia fino a sfociare in una solida amicizia. La mostra – un’esposizione itinerante che toccherà in autunno anche il museo MAXXI di Roma, a Senigallia è curata da Marco Pierini, ideata da Magonza e prodotta con il Comune di Senigallia, la Fondazione MAXXI, la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, l’Archivio Giacomelli e l’Archivio Sarteanesi. Il percorso espositivo propone un importante nucleo di fotografie che Mario Giacomelli dedicò ad Alberto Burri e Nemo Sarteanesi, appartenenti ai fondi della Fondazione Burri e agli archivi Giacomelli e Sarteanesi, accostate ad alcune opere grafiche e uniche di Alberto Burri.

Atlante Servizi Culturali si è occupata dei trasporti e dell’allestimento della mostra in entrambe le sedi.

vibe_logo-01

Vibe | Il progetto di Atlante cofinanziato da Creative Europe

Città di Castello, 14 ottobre 2017

Atlante Servizi Culturali si aggiudica un importante bando europeo di durata biennale.
Alla base del progetto relazioni internazionali tra musei, con particolare attenzione alla disabilità visiva.


Fra i 548 progetti presentati da 40 Paesi europei al programma Europa Creativa 2017, ne sono stati finanziati solo 66: fra questi c’è VIBE, Voyage Inside a Blind Experience, proposto da Atlante Servizi Culturali. Parte quindi dall’Italia e da Città di Castello l’idea di un nuovo progetto culturale che farà tappa in Irlanda e Croazia, coinvolgendo musei e istituzioni internazionali. Atlante Servizi Culturali, una giovane realtà tifernate che dal 2009 opera nel territorio nazionale con competenze specializzate nel settore dell’arte, ha lavorato per tre anni alla costruzione di un partenariato europeo formato dall’Istituto dei Ciechi di Milano, da The Glucksman, University College Cork (Irlanda) e dal museo Vasko Lipovac di Spalato (Croazia) a cui ha aderito anche l’americana The Josef and Anni Albers Foundation. Il progetto, di cui Atlante è ideatore e capofila, prevede la creazione di un modello di mostra temporanea che possa essere fruito con pari interesse sia da visitatori con disabilità visiva che da un pubblico normovedente, proponendo innovazioni nel settore dell’accessibilità museale: maggiore approccio sensoriale per tutti e fruibilità dell’arte astratta  per i non vedenti, finora esclusa dalle riproduzione di modelli tattili tridimensionali e da alcuni servizi aggiuntivi museali, in un’ottica di piena integrazione e inclusione del soggetto diversamente abile. Proprio da qui parte la scelta di esporre in mostra i lavori di Josef e Anni Albers, maestri del Bauhaus, che consideravano l’arte non come un oggetto, ma come un’esperienza, arrivando a concepire opere atte a stimolare la percezione di tutti i sensi. Il cofinanziamento dal programma Europa creativa dell’Unione europea, di durata biennale, sarà rivolto alla produzione e alla realizzazione dell’esposizione, coordinata dal gruppo tifernate. Dopo la prima tappa italiana a Santa Maria della Scala a Siena, la mostra si sposterà nelle altre due sedi museali europee, con attività formative all’insegna dello sviluppo di relazioni internazionali, capaci di non esaurirsi al termine del progetto. Uno dei punti di forza del programma è il duraturo sodalizio fra Atlante Servizi Culturali e l’americana The Josef and Anni Albers Foundation, nato proprio a Città di Castello, con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale, in occasione della mostra realizzata nel 2014 presso la Pinacoteca di Palazzo Vitelli alla Cannoniera. Un’importante sezione del progetto sarà rivolta anche alla formazione di professionisti museali relativamente alla disabilità visiva, grazie al supporto scientifico fornito dall’Istituto dei Ciechi di Milano. Proprio all’Istituto dei Ciechi si è svolto il primo meeting tra i partner, dal 26 al 28 settembre, per coordinare le attività di progettazione della mostra, che farà la sua prima tappa a Siena a marzo 2018.
www.vibe-euproject.com

 

 © Progetto grafico a cura di Raffaello Chiarioni

 

maxresdefault

Paolo Icaro: ‘Unending Incipit’

Sabato 9 Dicembre, presso la Pinacoteca Comunale di Città di Castello, è stata inaugurata Paolo Icaro. Unending Incipit, una mostra a cura di Davide Ferri e Saverio Verini, prodotta dalla casa editrice Magonza, con la collaborazione del Comune di Città di Castello e dell’Associazione Palazzo Vitelli a Sant’Egidio. Secondo appuntamento del Progetto Extramuros, l’esposizione si snoda negli storici spazi di Palazzo Vitelli alla Cannoniera, interessando le sale, il loggiato e il giardino all’italiana della prestigiosa sede della Pinacoteca.
Paolo Icaro (Torino, 1936) ha rinnovato il linguaggio della scultura, partecipe delle più famose e cruciali esperienze storiche del Novecento – tra queste l’Arte povera e le neoavanguardie americane. Sullo sfondo della facciata graffita di Palazzo Vitelli, ideata da Giorgio Vasari, l’artista installa per la prima volta nel celebre giardino rinascimentale l’opera site-specific C’era una volta, l’incipit di ogni favola che Icaro ha idealmente scritto su dieci tavole di circa tre metri – realizzate recuperando il legno di querce secolari abbattute – installate in verticale, come pagine di un unico libro disseminate nello spazio. Dialogo tra classico e contemporaneo che prosegue all’interno della Pinacoteca, che ospita nella sua collezione eccezionali capolavori dell’arte rinascimentale (tra cui il Martirio di San Sebastiano di Luca Signorelli). Qui il percorso espositivo è concepito come un dialogo e uno scambio energetico tra momenti diversi del percorso di Paolo Icaro, tra i differenti materiali utilizzati dall’artista (gesso, legno, vetro, acciaio, ecc.).
Unending Incipit si dispiega a partire da alcuni aspetti emblematici della poetica di Icaro: l’idea che la scultura faccia/costruisca lo spazio anziché occuparlo e, insieme, reinventi il tempo, l’idea cioè che essa, accettando il divenire della materia come propria condizione, sia il luogo in cui il passato si rinnova in un presente continuo, senza fine; la dimensione autobiografica e vagamente narrativa a cui alludono alcuni lavori; la parola scritta come elemento ricorrente in molte opere di Icaro – intesa come gesto scultoreo, traccia di una manualità minima in grado di espandere il corpo della scultura al di fuori della sua materialità–; la tensione verso l’alto insieme al desiderio di una propagazione oltre i limiti fisici dell’opera, come se nell’oggetto potessero incontrarsi la misura di un limite umano e l’infinito. Il vicesindaco e assessore alla Cultura del comune di Città di Castello, Michele Bettarelli, in vista di questo significativo appuntamento di portata internazionale ha sottolineato “l’importanza di sostenere e promuovere un’iniziativa prestigiosa per il contesto culturale tifernate, “dove l’arte contemporanea ha assunto un ruolo di assoluto rilievo consolidando l’immagine di Città di Castello fra le mete di arte e di turismo. Un evento che andrà ad arricchire ulteriormente le proposte culturali della città in un periodo particolare come quello delle festività natalizie.
La mostra è accompagnata da un pregiato catalogo in tiratura limitata edito da Magonza, con i contributi critici di Davide Ferri, Saverio Verini, e un ricco apparato iconografico dei lavori esposti, fotografati in situ da Michele Sereni.
 Per questa mostra Atlante si è occupata dei trasporti e del supporto all’allestimento.

70447-Flavio_Favelli_Corona_Chiesa_della_Spina

Flavio Favelli: ‘CORONA’

Sabato 21 ottobre 2017 alla Chiesa di Santa Maria della Spina a Pisa è stata inaugurata l’installazione dell’artista Flavio Favelli dal titolo Corona. Organizzata dal Comune di Pisa in collaborazione con l’Università degli Studi di Pisa, la Scuola Normale Superiore, l’Associazione SpazioTempo di Michela Rizzo, Il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi e Atlante Servizi Culturali, curata da Ludovico Pratesi, l’installazione è stata ideata da Flavio Favelli appositamente per questo luogo ed è la terza di una serie di interventi site specific di grandi artisti nazionali e internazionali realizzati all’interno della piccola chiesa, affacciata sui lungarni di Pisa.

Flavio Favelli, nato a Firenze nel 1967, vive e lavora a Savigno, Bologna. Dopo la Laurea in Storia Orientale all’Università di Bologna, ha iniziato la sua attività artistica prendendo parte al Link Project (1995-2001). Partecipa alla residenza TAM a Pietrarubbia diretta da Arnaldo Pomodoro nel 1995 e al Corso Superiore Arti Visive della Fondazione Ratti con Allan Kaprow nel 1997.

Ha esposto in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero, tra cui il Marco e il MAXXI di Roma, il Museo Marino Marini di Firenze e il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato. Ha progettato e realizzato due installazioni bar funzionanti al MAMbo e al MARCA di Catanzaro e due ambienti pubblici permanenti: Vestibolo nella Sede ANAS di Venezia di Palazzetto Foscari e Sala d’Attesa nel Pantheon di Bologna all’interno del Cimitero Monumentale della Certosa. Ha partecipato a due Biennali di Venezia, quella a cura di Francesco Bonami e quella a cura di Bartolomeo Pietromarchi. Ha partecipato a seminari e conferenze presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, Brera a Milano al Politecnico di Torino, all’Università di Bolzano e Bologna, alla Quadriennale di Roma e presso numerose altre istituzioni pubbliche e private. Le sue opere sono presenti nelle principali collezioni pubbliche e private, in Italia e all’estero.

Per questa mostra Atlante ha collaborato all’allestimento e gestito l’organizzazione dei servizi al pubblico.

la-cultura-abbatte-i-muri

Giornata FAMU 2017

Domenica 8 Ottobre 2017, Giornata FAMU presso Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri

Come si integra un museo di arte contemporanea in un panorama del Rinascimento? Come un Ex edificio industriale, esternamente tutto dipinto di nero, si staglia tra le verdi colline umbre? In che modo le opere custodite all’interno dialogano con gli abitanti del luogo? Arte fuori, arte dentro è un viaggio aperto tra il grande progetto di Alberto Burri, che ha donato a Città di Castello due importanti collezioni, e la città stessa. Burri recupera una struttura fortemente identitaria del posto per farne uno dei suoi musei e sceglie di rivestirla completamente di vernice nera. Questo non colore, da sempre associato al buio, all’oscurità, alla tristezza, diventa uno dei simboli della sua arte e rappresenta perciò un ideale di bellezza.  Bellezza per tutti, fuori e dentro, per chiunque si muova tra le linee morbide e forti delle sue forme e gli elementi architettonici che le ospitano.  Si abbattono i pregiudizi così come cadono le mura, non più barriere che dividono ma linee che segnano un percorso da compiere insieme.

Fuori-dentro, buio-luce, grande-piccolo, colore-materia, diverso-uguale. I punti di vista si ribaltano, ruotano e si sovrappongono, tutto in favore della condivisione di esperienze e dell’energia propositiva scaturita dall’incontro.

I bambini sono stati invitati ad entrare letteralmente dentro il nero di Burri, a muovere le sue linee e a dare voce alle sue opere. Un’esplorazione collettiva, divertente e rumorosa per stimolare la fantasia e vivere insieme un’esperienza  nuova.

Il progetto di Atlante per la giornata FAMU ha ricevuto una MENZIONE SPECIALE per l’aspetto scenografico dell’attività e per la progettazione di materiale supplementare.