3cef852a-6d95-4b4c-b6b3-28bc55474c07

Trasporti e allestimento della mostra “Nero Perugino Burri”

La ricorrenza del 500° anniversario della morte del Perugino è un’occasione per riscoprire questo incredibile artista in modo innovativo e coinvolgente.

In questa prospettiva, dal 21 giugno al 2 ottobre a Palazzo Baldeschi, in Corso Vannucci a Perugia, sarà in mostra non una semplice esposizione, ma un vero e proprio dialogo tra due dei maggiori artisti di origine umbra: Pietro Vannucci e Alberto Burri.  

Due grandi maestri accumunati dal suggestivo utilizzo del fondo nero per le loro opere,capaci di dar vita ad una mostra del tutto inedita. Una vera novità nel panorama espositivo, in cui il visitatore potrà fare esperienza del confronto tra arte rinascimentale e contemporanea.

slide 1 of 1

Saranno circa 20 le opere esposte, accuratamente selezionate dai due curatori della mostra, la storica dell’arte Vittoria Garibaldi e il Presidente della Fondazione Burri Bruno Corà.

Grazie alla collaborazione con la Fondazione Burri, che ha messo a disposizione le opere dell’artista tifernate, e agli importanti prestiti di prestigiosi musei, a partire dalla Galleria Nazionale dell’Umbria fino alla Galleria degli Uffizi e al Museo del Louvre, è stato possibile creare un percorso espositivo coinvolgente che fa emergere i tratti comuni di due artisti pari per grandezza e solo apparentemente distanti. 

Per questa mostra Atlante Servizi Culturali si è occupata del trasporto delle opere di Alberto Burri e dell’allestimento.

bf9b0dd8-4a84-44fe-af49-054e22afe50e

Visite guidate alla mostra “Il meglio maestro d’Italia. Perugino nel suo tempo”

Il 2023 sarà ricordato come l’anno del Perugino.

Dal 4 marzo all’11 giugno 2023, in occasione del V centenario della sua morte, la Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia celebra con una grande mostra, curata da Marco Pierini e Veruska Picchiarelli, Pietro Vannucci (1450 ca.-1523), il più importante pittore attivo negli ultimi due decenni del Quattrocento.

Volendo fare di sua mano Lui è il meglio maestro d’Italia. Con queste parole, in una lettera inviata da Roma a Siena il 7 novembre 1500, il banchiere Agostino Chigi presenta Pietro Perugino al padre Mariano, cogliendo con sorprendente capacità di sintesi due aspetti fondamentali della sua produzione: la straordinaria qualità e la presenza, che sarebbe diventata preminente, dell’intervento di collaboratori.

Che Pietro di Cristoforo Vannucci da Castel della Pieve fosse considerato il più grande pittore attivo negli ultimi due decenni del Quattrocento è comprovato da molte altre fonti dell’epoca: tuttavia questo primato inizia gradualmente a dissolversi. Se si presta fede al Vasari, il giro di boa è segnato dalla presentazione al pubblico fiorentino, nel 1507, della pala destinata all’altare maggiore della basilica della Santissima Annunziata. Un clamoroso insuccesso, di fronte al quale un perplesso Perugino, quasi sessantenne, si difende dichiarando la sua impotenza di fronte a mutamenti del gusto ormai al di fuori della sua portata: Io ho messo in opera le figure altre volte lodate da voi e che vi sono infinitamente piaciute. Se ora vi dispiacciono e non le lodate, che ne posso io?, avrebbe commentato.

Molto probabilmente le numerose opere prodotte in questa estrema propaggine della sua attività, anche grazie all’aiuto di una bottega industriosissima, hanno inciso in modo considerevole nella valutazione della statura del Vannucci, non solo da parte dei contemporanei, ma anche e soprattutto dei posteri.

Lo scopo principale di questa mostra è quello di recuperare la giusta prospettiva, per restituire a Perugino il ruolo che gli avevano assegnato il suo pubblico e la sua epoca.

Da qui, la scelta di individuare per il progetto espositivo solo dipinti del Vannucci antecedenti al 1505, anno nel quale sono già portate a compimento tre commissioni che segnano l’apice della sua carriera: la Crocifissione della Cappella Chigi in Sant’Agostino a Siena, la citata Lotta fra Amore e Castità già a Mantova e soprattutto lo Sposalizio della Vergine per la cappella del Santo Anello del Duomo di Perugia, oggi nel Musée des Beaux-Arts di Caen.

Un’ulteriore riflessione suscitata dall’immagine dell’artista che la critica ci ha consegnato sottende il secondo registro di lettura della mostra. La tendenza, cioè, a parlare spesso del pittore in abbinamento ad altri grandi maestri del suo tempo: l’allievo di Verrocchio, il maestro di Raffaello, il compagno di studi di Leonardo. Questo spunto ha fornito l’occasione per riflettere in maniera più compiuta sul ruolo che Pietro ha effettivamente svolto nel panorama artistico contemporaneo. 

Nell’indagare entrambi i filoni di ricerca, si è imposta subito come necessità quella di procedere sulla base di una geografia, che segue di tappa in tappa gli spostamenti del pittore o delle sue opere attraverso l’Italia. È sorprendente, infatti, come Perugino abbia lasciato tracce profonde del suo magistero in tutte le località della penisola toccate dalla sua attività, da nord a sud, a iniziare ovviamente dall’Umbria e dalla Toscana, teatri per eccellenza del suo lavoro, nonché sedi delle sue botteghe di Perugia e Firenze.

L’obiettivo finale è quello di recuperare lo sguardo dei contemporanei, e di tornare a vedere in Pietro Perugino un protagonista assoluto del Rinascimento, quale fu per almeno due decenni.

L’esposizione, dal titolo “Il meglio maestro d’Italia. Perugino nel suo tempo”, restituirà all’artista il ruolo che il pubblico e la sua epoca gli avevano assegnato, presentando i suoi maggiori capolavori, tutti antecedenti al 1504, nel momento in cui si trovava all’apice della sua straordinaria carriera.

La mostra darà conto, nella maniera più completa possibile, dei passaggi fondamentali del suo percorso: dalle prime collaborazioni nella bottega di Andrea del Verrocchio alle capitali imprese fiorentine che fecero la sua fortuna (come ad esempio le tre tavole già in San Giusto alle Mura, oggi nelle Gallerie degli Uffizi, o la Pala di San Domenico a Fiesole); dagli straordinari ritratti alle monumentali pale d’altare, quali il Trittico Galitzin, ora alla National Gallery di Washington, e il Polittico della Certosa di Pavia, per gran parte alla National Gallery di Londra ed eccezionalmente ricomposto per l’occasione.

Per questo importante evento espositivo Atlante Servizi Culturali si è occupata delle visite guidate.

galleria nazionale

Visite guidate e laboratori didattici alla Galleria Nazionale dell’Umbria.

Anche quest’anno i nostri operatori saranno presenti in Galleria Nazionale a Perugia per condurre visite guidate e laboratori didattici sia all’esposizione permanente, sia alla mostre temporanee.

Siamo stati coinvolti in numerosi progetti come il FaMu (Famiglie al museo) e nell’ideazione di numerosi laboratori per bambini di ogni età soprattutto la prima domenica di ogni mese.

Se siete interessati a partecipare seguite i nostri canali social per restare aggiornati sulle nostre attività.

giovanni-battista-piranesi-veduta-colosseo-gnu

PIRANESI nelle collezioni della Galleria Nazionale dell’Umbria

Dal 30 settembre 2022 all’8 gennaio 2023, la Galleria Nazionale dell’Umbria ospita la mostra PIRANESI nelle collezioni della Galleria Nazionale dell’Umbria.

L’esposizione presenta 61 incisioni tratte dalla serie delle Vedute di Roma appartenenti al museo perugino.

Completa la rassegna il film d’animazione 3D Piranesi, Carceri d’Invenzione 300 anni realizzato da Grégoire Dupond con la musica di Teho Teardo.

a cura di Carla Scagliosi

L’esposizione, curata da Carla Scagliosi, responsabile delle collezioni moderne e contemporanee della Galleria, celebra il genio visionario del grande architetto, incisore e teorico veneziano, attraverso una selezione di 61 incisioni all’acquaforte dedicate alle bellezze antiche e moderne di Roma e dei suoi dintorni tratte dai due volumi delle Vedute di Roma, scelte tra le più rappresentative del suo percorso di ricerca e della sua evoluzione stilistica, formale e tecnica.

Nessuna altra opera come le Vedute di Roma, infatti, accompagna Piranesi durante tutta la sua vita e copre simbolicamente ogni aspetto della sua produzione, rimarcando le sue straordinarie capacità inventive, tecniche, prospettiche, nonché il vastissimo immaginario che sottende alle sue “ossessioni” archeologiche e antiquarie, ma anche visionarie e fantastiche.

Si riescono così ad apprezzare le caratteristiche pittoriche delle vedute, con l’ampia tavolozza di neri e grigi che dimostra la perfetta padronanza della tecnica dell’acquaforte, nonché a cogliere il sempre più evidente interesse di Piranesi per l’antico e per la ricerca antiquaria, divenuto oggetto via via sempre più preponderante delle tavole, tanto da spingere l’artista fino a Villa Adriana, alla quale avrebbe voluto dedicare un’intera opera rimasta soltanto un desiderio.

Le Vedute forgeranno e tramanderanno per secoli l’aspetto di una Roma filtrata attraverso il genio dell’autore e ne diffonderanno la fama in tutta Europa. La città, còlta nel suo malinconico declino e nell’abbacinante convivenza di presente e passato, con i ciclopici monumenti antichi e le grandiose, magniloquenti, architetture moderne, popolata da piccolissime, frenetiche e anonime presenze, condensa tutte le caratteristiche che contraddistinguono le grandi capitali moderne, attraverso la visione anticipatrice di un artista che rivendica il ruolo fondamentale della “licenza” e dell’immaginazione per la creazione di un’arte che rispecchi la propria epoca.

Programmata per il 2020 e poi rimandata a causa dell’emergenza pandemica, la mostra dedicata a Giovanni Battista Piranesi in occasione del terzo centenario della sua nascita (1720-2020) segna un’importante tappa del Progetto Piranesi avviato negli ultimi anni dalla Galleria Nazionale dell’Umbria.

Nel biennio 2018-2020, il museo perugino ha promosso un’importante campagna di restauro delle opere su carta delle sue collezioni, tra le quali le circa 140 incisioni raccolte nei due volumidelle celebri Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi architetto veneziano, per le finalità della conoscenza, della conservazione e della valorizzazione del patrimonio museale e delle opere custodite nei depositi.

Il delicato restauro ha restituito la perfetta leggibilità delle incisioni e dato avvio alla loro digitalizzazione e immissione nel vasto archivio digitale della Galleria Nazionale dell’Umbria, nonché al progetto di studio e di ricerca sulle opere di Piranesi conservate in Galleria, che comprendono anche il volume Antichità d’Albano e di Castel Gandolfo descritte ed incise da Giovambatista Piranesi, le cui tavole saranno oggetto di una prossima campagna d’interventi conservativi.

Per questa mostra Atlante servizi culturali si è occupata del ripristino degli ambienti, dell’allestimento e delle attività didattiche.

Canova-banner

Al tempo di Canova. Un itinerario umbro

In occasione del bicentenario di Antonio Canova, Perugia rende omaggio al maestro con un’esposizione-itinerario che si snoda tra Palazzo Baldeschi e il MUSA, Museo dell’Accademia di Belle Arti.
L’Umbria celebra Canova dal 6 luglio 2022, a Perugia, pressp il MUSA, museo dell’Accademia di Belle Arti e Palazzo Baldeschi al Corso con un’ampia rassegna dedicata al grande scultore nel bicentenario della morte: “Al tempo di Canova. Un itinerario umbro”.

Due sedi espositive nel centro storico cittadino per un progetto di ampio respiro promosso dall’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” e dalla Fondazione Perugia, già impegnate in passato in iniziative condivise, e curato da Stefania Petrillo, docente dell’Università di Perugia. Per l’Accademia di Belle Arti la parte organizzativa è stata coordinata da Giovanni Manuali, per la Fondazione Perugia da Maria Cristina De Angelis.

Incentrata sul nucleo dei gessi canoviani conservati al MUSA, museo dell’Accademia di Perugia – tra i quali Le tre Grazie, donate dallo stesso scultore nel 1822 – l’esposizione valorizza il contesto artistico e culturale entro cui queste opere si inserirono, raccontando un’Umbria inscritta in più ampie dinamiche e in una vivace rete di relazioni.

«Formano catena e collezione», spiegava Canova a Napoleone nel 1810 per dissuaderlo dal sottrarre altri capolavori all’Italia, sottolineando l’importanza del legame che si stabilisce tra le opere e i luoghi “originari”. Questa l’idea-guida della esposizione perugina che punta a evidenziare ciò che orbita tra Sette e Ottocento intorno ai “Canova umbri”: un tessuto connettivo vitalizzato da un incessante scambio con l’“Università delle arti” che è Roma e da una circolazione delle idee e del gusto che inserisce la regione in una più vasta comunità delle arti, delle lettere, del pensiero.

Tante le novità presenti in questa rassegna concepita come un viaggio nel tempo, con oltre cento opere che racconteranno “le arti sorelle” fiorite in un’epoca che pur tra i grandi sconvolgimenti della Storia, o forse proprio per questo, coltivò il Bello: scultura, architettura, pittura, anche nell’Umbria pontificia e napoleonica furono partecipi di quella «felice rivoluzione delle arti» che ebbe in Canova il protagonista assoluto.

Tra gli artisti presentati in mostra, insieme a Canova, Giuseppe Valadier, Vincenzo Pacetti, Carlo Labruzzi, Pietro Labruzzi, Cristoforo Unterperger, Abraham-Louis-Rodolphe Ducros, Stefano Tofanelli, Tommaso Maria Conca, Pietro Benvenuti, Vincenzo Camuccini, Jean-Baptiste Wicar, Tommaso Minardi, Giovanni Sanguinetti.

Gloria e mito di un’epoca che al culto dell’Antico unì la passione per le sue sublimi invenzioni, Canova, il “classico moderno”, fu acclamato da pontefici, sovrani, accademie e collezionisti di tutta Europa. Nel portentoso raggio della sua attività e della sua influenza, lo scultore, che in Umbria fu proprietario di un palazzo a San Gemini con vasti possedimenti, stabilì non effimere relazioni anche con molti esponenti del ceto dirigente locale, intellettuali, alti prelati, collezionisti, in una comune visione dell’arte come fattore di educazione ai valori estetici e civili più alti.

L’itinerario dell’esposizione – reale e ideale – avrà così piccole e grandi “stazioni di posta” intorno ad opere e protagonisti di una stagione culminata nel legame particolarmente influente che Canova ebbe tra il 1812 e il 1822 con l’Accademia di Belle Arti di Perugia, di cui orientò le scelte, appoggiando la nomina di direttori quali Carlo Labruzzi, Tommaso Minardi, Giovanni Sanguinetti.

Sette sono le sezioni tematiche: L’Umbria pontificia, La stagione napoleonica, Il paesaggio, Canova e l’Accademia di Belle Arti di Perugia, «Un’altra linea di bello»: verso il Purismo, Le incisioni, L’eredità di Canova.

La vera sorpresa della mostra arriva però da una delle opere lasciate in eredità all’Accademia dal fratellastro di Canova, Giovanni Battista Sartori, la colossale testa del cavallo, modello del monumento equestre a Ferdinando I di Borbone, una delle ultime opere del grande scultore, “riscoperta” in questa occasione: verrà esposta a palazzo Baldeschi in un inedito confronto con la testa del cavallo del Marco Aurelio, il calco fatto eseguire e preso a modello da Canova (oggi a Ravenna).

Per questa mostra Atlante servizi culturali si è occupata dei trasporti e dell’allestimento.

Locandina Gherardi JPEG 2-2

“Sempre la cappa a rovescio” Convegno internazionale di studi su Cristofano Gherardi

Convegno volto a restituire a Cristofano Gherardi, artista che operò tra la fine degli anni trenta e i primi anni cinquanta del Cinquecento, il posto che merita nella storia dei linguaggi figurativi con un convegno internazionale di studi che coinvolgerà la natìa Sansepolcro, Città di Castello, il Castello Bufalini di San Giustino giovedì 5 maggio, venerdì 6, sabato 7.

Nelle tre giornate di studio si avvicenderanno e confronteranno i maggiori esperti dell’artista nonché giovani studiosi che tratteranno temi che vanno dall’eredità di Raffaello all’articolazione della bottega del Vasari, dal contesto storico-artistico altotiberino della prima metà del Cinquecento all’esegesi delle fonti.

Allo stato attuale delle ricerche sembra che il punto cardinale per la ricostruzione della specifica fisionomia stilistica del pittore sia rappresentato dai cicli che ornano ben sette ambienti del Castello Bufalini di San Giustino. Si tratta di affreschi che saranno restaurati entro la fine di quest’anno e restituiti alla pubblica fruizione.

All’ importante iniziativa, promossa dalla Direzione regionale musei dell’Umbria (direttore Marco Pierini, direttore scientifico Veruska Picchiarelli), hanno aderito i Comuni di Città di Castello, San Giustino e Sansepolcro, co-organizzatori del Convegno nonché la Regione Umbria e la Regione Toscana, che hanno concesso all’iniziativa il loro patrocinio, con il supporto di Atenei universitari (Camerino, Chicago, Firenze, Genova, Ginevra, Perugia, Pisa, Roma Tre, Siena-UniStra, Venezia-Ca’ Foscari, Temple University Rome), Soprintendenze, musei (Galleria Nazionale dell’Umbria, Musei Vaticani, Museo Civico di Sansepolcro, Museo del Duomo di Città di Castello, Pinacoteca Civica di Palazzo Vitelli alla Cannoniera di Città di Castello), Diocesi (Città di Castello, Sansepolcro).

Il convegno inizierà il 5 maggio 2022, alle 14,30, al Museo civico di Sansepolcro per spostarsi il 6 maggio 2022, alle 9.30, a Città di Castello, Palazzo Vitelli, Sant’Egidio, Sala dei fasti, e concludersi il 7 maggio 2022, sempre alle 9.30, al Castello Bufalini di San Giustino.

Per questo evento ci siamo occupati della gestione della segreteria e di alcune parti della logistica.

brian eno reflected

“BRIAN ENO. REFLECTED” alla Galleria Nazionale dell’Umbria

Due idee mi hanno sempre attratto: quella di realizzare la musica

come se si trattasse di un dipinto

e quella di creare immagini come se fossero musica

Brian Eno

DAL 4 SETTEMBRE 2020 AL 10 GENNAIO 2021

Dal 4 settembre 2020 al 10 gennaio 2021, le sale della Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia accolgonoo le opere di Brian Eno (Woodbridge, UK, 1948), influente artista visivo, compositore e musicista.

La personale, dal titolo Reflected, realizzata in collaborazione con Atlante Servizi Culturali, presenta tre opere che dialogano con i capolavori degli artisti più rappresentativi della collezione del museo, quali Piero della Francesca (Polittico di Sant’Antonio), Beato Angelico (Polittico Guidalotti) e Perugino (Cristo morto in pietà).

Brian Eno, ‘musicista-non musicista’ come si è lui stesso definito, inventore dell’Ambient music, produttore discografico e artista visivo, ha da sempre cercato una commistione tra i vari campi d’indagine della sua ricerca creativa.

“Pittura e musica – ha affermato Brian Eno – sono sempre state intrecciate per me. Ho iniziato a giocare con la luce come mezzo all’incirca nello stesso periodo in cui ho iniziato a suonare quando ero adolescente. Quando ripenso a quello che ho fatto negli anni successivi, mi sembra di aver cercato di rallentare la musica per renderla più simile alla pittura, e dare movimento alle immagini per avvicinarle alla musica… nella speranza che le due attività si incontrassero e si fondessero nel mezzo”.

La rassegna offre un dialogo inedito tra le opere antiche e le Lightbox di Brian Eno, ognuna delle quali si sviluppa senza soluzione di continuità attraverso combinazioni di seducenti ‘paesaggi di colore’ auto-generati utilizzando una serie di luci a LED intrecciate. Estendendo i confini temporali con un lavoro che apparentemente non ha né inizio né fine, né narrativa, Eno invita le persone a trattenersi in un luogo per un po’ di tempo. “Se un dipinto è appeso a una parete – sottolinea Brian Eno -, non sentiamo che ci manchi qualcosa se distogliamo l’attenzione. Invece, con la musica e il video, abbiamo ancora l’aspettativa di un qualche tipo di spettacolo, di racconto. La mia musica e i miei video cambiano, ma cambiano lentamente. E cambiano in maniera tale che non importa perderne una parte”.

Il percorso espositivo è arricchito inoltre da Raphael Revisited (2011), una serigrafia dell’artista inglese Tom Phillips (Londra, 1937), legato a Brian Eno da un legame di amicizia e collaborazione, iniziata nel 1964 alla Ipswich Art School, nella quale Phillips insegnava.

L’opera trae ispirazione da una tavoletta votiva, databile alla fine del Quattrocento, di un anonimo pittore umbro identificato in precedenza con un giovanissimo Raffaello (conservata alla Walker Art Gallery di Liverpool) che verrà utilizzata da Eno per la copertina dell’album Another Green World.

Accompagna la mostra un volume Magonza editore.

Inoltre, nell’ambito della presenza delle opere di Brian Eno in Italia, sabato 5 settembre alla Galleria Michela Rizzo di Venezia è stata inaugurata la mostra Brian Eno – David Tremlett, aperta dal 06.09.2020 al 21.11.2020

Info mostra Galleria Nazionale dell’Umbria

Lunedì e martedì chiuso

Mercoledì, giovedì e venerdì 14.00-19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)

Sabato e domenica 8.30-19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)

Biglietti: intero €8,00; ridotto € 2,00 per 18-25 anni;

per gratuità e convenzioni, consultare qui

Informazioni: Tel. 075.58668436; gallerianazionaleumbria@beniculturali.it;

Biglietteria/Bookshop: Tel. 075.5721009; gnu@sistemamuseo.it;

Ufficio stampa

CLP Relazioni Pubbliche | Anna Defrancesco | tel. +39 02 36755700 | mob. +39 349 6107625 anna.defrancesco@clp1968.it | www.clp1968.it

Comunicato stampa e immagini su www.clp1968.it

autunno medioevo umbria

Visite guidate a “L’Autunno del Medioevo in Umbria”

L’AUTUNNO DEL MEDIOEVO IN UMBRIA

Cofani nuziali in gesso dorato e una bottega perugina dimenticata

a cura di Andrea De Marchi e Matteo Mazzalupi

Dal 21 settembre 2019 al 06 gennaio 2020 

Il focus centrale della mostra è rappresentato da una serie di cassoni nuziali del Quattrocento, arredi in uso nelle dimore rinascimentali italiane, di cui si conservano pochi esemplari, alcuni ascrivibili a Giovanni di Tommasino Crivelli e alla sua bottega perugina oltre che alcune opere che ben testimoniano la cultura tardogotica che si respirava ancora a Perugia nei primi decenni del Quattrocento, in primis la Madonna con il Bambino e angeli di Gentile da Fabriano, e le opere di pittori a lui coevi come il perugino Benedetto Bonfigli.

Questi pregiati manufatti raccontano frammenti preziosi della vita privata delle nobili famiglie che li avevano commissionati, documentando uno spaccato della cultura figurativa perugina, e non solo, del XV secolo.

Un’insolita quanto preziosa esposizione che documenta uno spaccato della cultura figurativa perugina, e non solo, del XV secolo. in un momento delicato di transizione, dove artefici tenacemente nostalgici della civiltà degli ori tardogotici convissero con altri diversamente aperti alla nuova lingua dell’Angelico e di Filippo Lippi, come Benedetto Bonfigli e Bartolomeo Caporali.

Dal 21 settembre 2019 al 6 gennaio 2020 la Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia ospita un’insolita quanto preziosa esposizione che documenta uno spaccato della cultura figurativa perugina, e non solo, del XV secolo.

La mostra, dal titolo L’Autunno del Medioevo in Umbria. Cofani nuziali in gesso dorato e una bottega perugina dimenticata, curata da Andrea De Marchi e Matteo Mazzalupi, raccoglie cassoni o cofani nuziali, raffinati elementi di arredo in uso nelle dimore rinascimentali italiane, rari frammenti della vita privata delle ricche famiglie che li avevano commissionati. Solo pochi esemplari sono giunti fino ai giorni nostri: l’esposizione diviene, così, l’occasione per radunare e mettere a confronto i pezzi, facendo conoscere un aspetto inedito, intensamente profano, dell’arredo di lusso domestico nel pieno Quattrocento.

Oltre ai cassoni nuziali provenienti dalle principali collezioni d’arte italiane ed europee quali la Galleria Nazionale delle Marche, lo Städel Museum di Francoforte, il Muzeum Narodowe di Varsavia e il Victoria & Albert Museum di Londra, in mostra anche un nucleo di dipinti ascrivibili alla stessa bottega, il cui responsabile può essere forse identificato con la personalità, a oggi poco nota, di Giovanni di Tommasino Crivelli.
Per poter meglio contestualizzare la figura poliedrica di questo artista verranno esposte inoltre alcune opere che ben testimoniano la cultura tardogotica che si respirava ancora a Perugia nei primi decenni del Quattrocento, in primis la Madonna con il Bambino e angeli di Gentile da Fabriano, e le opere di pittori a lui coevi come il perugino Benedetto Bonfigli. Si offre, così, uno spaccato della cultura figurativa perugina in un momento delicato di transizione, dove artefici tenacemente nostalgici della civiltà degli ori tardogotici convissero con altri diversamente aperti alla nuova lingua dell’Angelico e di Filippo Lippi, come Benedetto Bonfigli e Bartolomeo Caporali.

I cassoni nuziali, antenati della moderna cassapanca, venivano costruiti sempre in coppia ed erano destinati a contenere il corredo delle spose di famiglie nobili e borghesi. Al momento dell’insediamento della donna nella casa del marito, o domumductio, venivano trasportati nella camera matrimoniale e lì conservati. Il coperchio, i fianchi e il retro erano raramente decorati, mentre assai più spesso gli ornamenti si concentravano sulla faccia anteriore: in pittura, in intaglio, in gesso dorato (talvolta chiamato pastiglia) o utilizzando più tecniche insieme, erano composti secondo moduli che tendono a differenziarsi tra regione e regione e che rivelano spesso la provenienza da una precisa area geografica.

Vari anche i temi raffigurati, dai semplici motivi animali o vegetali, ripetuti talvolta in modo seriale, alle vere e proprie narrazioni, cortei e feste nuziali, ma anche episodi tratti dalla mitologia e dalla storia greca e romana, dalla Bibbia, dai romanzi medievali, scelti perlopiù tra quanti meglio richiamavano le virtù tipiche della vita matrimoniale e ne condannavano i vizi. Della decorazione facevano spesso parte gli stemmi delle famiglie degli sposi, generalmente secondo le regole dell’araldica che ponevano l’arma dell’uomo alla sinistra dell’osservatore, quella della donna alla destra: è proprio lo studio di questi dettagli a permettere oggi di ricondurre opere erratiche al loro originario contesto di provenienza, nei casi più fortunati addirittura a un preciso matrimonio e quindi a una cronologia sicura.


In occasione di questa mostra Atlante svolgerà un servizio di visite guidate.

Orari

dal 21 settembre al 3 novembre 2019

lunedì: 12.00-19.30
martedì–domenica: 8.30–19.30 ultimo ingresso: 18.30

dal 4 novembre 2019 al 6 gennaio 2020

martedì–domenica: 8.30–19.30
chiuso: lunedì, 25 dicembre e 1 gennaio

Ingresso gratuito tutte le prime domeniche del mese

Biglietti:

intero, €8,00;

ridotto €4,00 e gratuito  (per le singole categorie consultare www.gallerianazionaledellumbria.it/visita)

ridotto, € 2,00 per 18-25 anni;

Card Perugia Città Museo

Informazioni: Tel. 075.58668436; gallerianazionale@beniculturali.it;

Biglietteria/Bookshop: Tel. 075.5721009; gnu@sistemamuseo.it;

jimmy katz gnu

Visite guidate “Jimmy Katz. Closed session”

Per il quarto anno consecutivo, la Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia rinnova la collaborazione con le rassegne musicali di caratura internazionale della regione, quali Umbria Jazz, L’Umbria che spacca e Trasimeno Music Festival e apre le proprie sale alle note di grandi musicisti.
Per l’occasione, dal 28 giugno al 1° settembre 2019, la Galleria Nazionale dell’Umbria ospita la mostra di Jimmy Katz, pluripremiato fotografo dei più illustri musicisti jazz.
L’esposizione, dal titolo Closed Session di Jimmy Katz,curata da Marco Pierini,raccoglie 80 immagini firmate dal grande fotografo americano. Katz in oltre due decenni di attività ha immortalato sullo sfondo di New York i principali attori della scena jazz quali Cassandra Wilson, Herbie Hancock, Sonny Rollins, Keith Jarrett, Ornette Coleman, Chick Corea, Brad Mehldau, Pat Metheny e molti altri. In studio, nei club, nelle strade, al lavoro o a riposo, i musicisti sono ritratti nel loro aspetto più intimo, imitando di fatto il processo di improvvisazione del jazz stesso.
“Lo stile che Jimmy Katz ha sviluppato negli anni è diventato un tratto distintivo nell’iconografia della fotografia jazz, paragonabile alla tonalità della tromba di Louis Armstrong o al suono del sax di John Coltrane”, afferma Michael Cuscuna, celebre produttore discografico e studioso di jazz.


28 giugno – 1° settembre 2019
Orari: da martedì a domenica, 8.30-19.30; lunedì 12.00-19.30 (ultimo ingresso ore 18.30)
Biglietti: intero, €8,00;
ridotto speciale, €4,00 (su presentazione del biglietto di uno dei concerti del Trasimeno Music Festival o di Umbria Jazz);
ridotto, € 2,00 per 18-25 anni;
Gratuito (per le singole categorie consultare www.gallerianazionaledellumbria.it/visita); Card Perugia Città Museo.
Informazioni: Tel. 075.58668436; gan-umb@beniculturali.it
Biglietteria/Bookshop: Tel. 075.5721009; gnu@sistemamuseo.it
Sito internet: www.gallerianazionaledellumbria.it

madonna benois perugia

Visite guidate a LEONARDO. LA MADONNA BENOIS

DAL 4 LUGLIO AL 4 AGOSTO 2019

La Madonna Benois dalle collezioni dell’Ermitage alla Galleria Nazionale dell’Umbria (Perugia)

“Due giovin par d’etade e par d’amore”, con questi versi Giovanni Santi nelle sue Cronache Rimate del 1482 ricorda il profondo rapporto che legò i due artisti mentre lavoravano insieme come giovani apprendisti nella bottega fiorentina del Verrocchio, “frequentazione” di cui si possono cogliere tracce in alcune opere di Pietro Vannucci detto Il Perugino, eseguite al suo rientro in Umbria da Firenze, conservate nella Galleria Nazionale dell’Umbria.

La possibilità di istituire un confronto iconografico tra i due artisti è la ragione scientifica dell’esposizione dal 4 luglio al 4 agosto alla Galleria Nazionale dell’Umbria della Madonna Benois, capolavoro giovanile di Leonardo da Vinci, che arriverà in Italia in occasione delle celebrazioni del cinquecentenario leonardiano.

Prestito eccezionale dalle collezioni dell’Ermitage di San Pietroburgo, la “Madonna Benois” di Leonardo da Vinci torna in Italia a 35 anni dalla sua unica esposizione.

La mostra, organizzata in collaborazione con Villaggio Globale International, Museo Ermitage, Regione Umbria con il patrocinio del Comune di Perugia e il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e Knoll , rinsalda il legame già in essere tra la Galleria Nazionale dell’Umbria e il Museo Ermitage di San Pietroburgo: La lavandaia, capolavoro di Jean Siméon Chardin dell’Ermitage esposta alla mostra della Galleria dedicata alle Bolle di sapone da poco conclusa; lo scorso dicembre l’Annunciazione della Vergine Maria di Piero della Francesca, cimasa del Polittico di Sant’Antonio, era stata eccezionalmente prestata dalla Galleria perugina al museo russo, che ora sceglie di celebrare il genio del grande artista toscano proprio nel suo paese natale.

La Madonna Benois, icona conosciuta nel mondo, è un’opera chiave del giovane Leonardo da Vinci. Dipinta con ogni probabilità tra il 1478 e il 1480, segna la sua indipendenza dallo stile e dalla formazione di Verrocchio, nella cui bottega il maestro era entrato circa 10 anni prima: un manifesto di quella “maniera moderna” di cui l’artista fu iniziatore. Al suo secondo impegno su uno dei temi religiosi più diffusi, all’età di ventisei anni, l’artista rompe con la tradizione e inventa una nuova figura di Maria: non più l’imperturbabile Regina dei cieli, ma una semplice madre che gioca con il proprio figlio.

Per questa occasione Atlante si occuperà del servizio di visite guidate all’opera.

Orari: da martedì a domenica, 8.30-19.30; lunedì 12.00-19.30 (ultimo ingresso ore 18.30)

Biglietti: intero, € 8,00; ridotto, € 4,00, Gratuito (per le singole categorie consultare il sito www.gallerianazionaledellumbria.it/visita); Card Perugia Città Museo

Informazioni: Tel. 075.58668436; gallerianazionaleumbria@beniculturali.it

Biglietteria/Bookshop: Tel. 075.5721009; gnu@sistemamuseo.it